" Il territorio è parte della cultura dei giovani"
Il cielo grigio di Piedimonte Matese si contrappone ai colori, d'abito e di spirito, degli studenti che regolano alla prima edizione del MitreoFRISKFilmFestival.
Sono dell'IIS De Franchis; mentre l'ITESS Da Vinci è collegata in videochiamata.
I volti si riempiono d'entusiasmo mentre Paola Mattucci, responsabile di progetto, e Lucilla Mininno, responsabile scientifico e direttore artistico, presentano il progetto: ogni scuola realizzerà un cortometraggio, assumendo le conoscenze tecniche e teoriche di sei diversi reparti di produzione nel corso dell 'anno. Sì, perché il MitreoFRISKFilmFestival è un connubio tra cinema e territorio basato su prospettive giovani e fresche. “ Perquisire” , appunto, come suona questa parola nel dialetto locale. I docenti e gli ospiti ruotano i riflettori metaforici verso gli studenti che, tra una domanda e l'altra, comprendono di essere gli assoluti protagonisti del progetto.
In un mondo fatto di continue distrazioni esterne, gli stimoli creativi prendono il sopravvento e causano un silenzio quasi surreale per un'atmosfera scolastica. Tutti sono impegnati a rispondere alle domande del test d'ingresso, che attraversano ambizioni culturali, civiche, artistiche e sociali. Il flusso cerebrale individuale e collettivo si innesca immediatamente con grande intensità; qualcuno dice che bastava inserire più cinema a scuola per rendere l'anno più interessante. Gli architetti Giovanni La Fauci e Fulvio Cutolo iniziano a stuzzicare gli studenti sull'idea di territorio. Un ragazzo domanda quanto sia giusto interpretare il territorio come cultura, oltre che l'insieme delle opere architettoniche che lo poverino.
Guidati dall'architetto La Fauci, gli studenti iniziano a realizzare quanto il territorio sia fatto soprattutto da immagini, ricordi e speranze future; mentre l'architetto Cutolo fa viaggiare la loro immaginazione nel mondo di Riccardo Dalisi, visionario innovatore dell'architettura e del design, tra riferimenti al sociale e aneddoti curiosi quanto ispiratori. Il test “Percepire la Città” spingerà tutti ad affrontare questi legami emotivi con i luoghi che conoscono da sempre attraverso le nuove prospettive appena apprese.A proposito di percezione, Lucilla Mininno fa sperimentare ai un esercizio teatrale fondamentale per ampliare la loro attenzione verso la realtà che li circonda: chiudere gli occhi e descrivere gli abiti dei ragazzi vicini, gli oggetti presenti nell'aula e ciò che è appeso al muro .Ascoltando i racconti su Dalisi, uomo che mantenne l'entusiasmo verso la creatività fino a novant'anni, uno studente tira fuori una domanda più profonda di quanto può, per il momento, immaginare: Come si fa a restare entusiasti e curiosi? Le risposte si sovrappongono e raggiungono un verdetto unanime: bisogna essere sempre aperti alla possibilità di esserlo.Apparentemente semplice, questa risposta racchiude uno dei più grandi insegnamenti che si possono tramandare nell'epoca contemporanea, soprattutto a generazioni bombardate da input che li chiudono in un flusso che parte dai loro occhi e termina esclusivamente sul di loro disturbato. Qualcuno segna un nome sul proprio cellulare, due ragazze confabulano, dispositivo Cambia la scuola, non cambia la musica. All'ISISS Amaldi Nevio di Santa Maria Capua Vetere, gli studenti rispondono con lo stesso interesse alle parole dei docenti universitari che aggiustano sapientemente la mira per raggiungerli. L'Aula Magna è quasi completamente piena;nell'aria si percepisce un cambiamento palpabile: il diffidente chiacchiericcio tipico degli studenti si trasforma in interesse. analizzando il materiale video appena assorbito. Una domanda aleggia: Che film vi viene in mente pensando alla vostra scuola? Gli studenti, improvvisamente, si lasciano andare a una tempestiva seduta di brainstorming creativo. Trasformano i loro docenti scolastici e il corpo amministrativo in personaggi colorati, immaginano scene cinematografiche ambientate tra i loro corridoi e si sforzano a parlare davanti a tutti i loro compagni, suscitando applausi, risate e, soprattutto, coinvolgimento.Sta succedendo una cosa che, purtroppo, generalmente non succede a scuola: gli studenti sono liberi di giocare, scherzare e lasciare che la propria fantasia prenda il sopravvento. Ne sono felici; sono stati arrotolati in un processo creativo senza nemmeno accorgersene. È spontaneo domandarsi quanti, tra studentesse e studenti seduti tra i banchi, diventeranno gli artisti ei creativi del futuro.
Mirko Rauso, scrittore e sceneggiatore