*_ L'approdo del cinema realtà nella dell'individuo rappresenta una vera e propria rivoluzione. È considerata l'arte fra le arti, poiché si forma dall'incontro tra fotografia, scrittura, musica e danza. Inoltre, è proprio da questo compromesso che nasce e prende vita. La paternità del cinema viene attribuita ai fratelli Lumière, inventori del cinematografo, che proiettarono nel 1895 al Grand Café de Paris “L'arrivo del treno in stazione di la Ciotat” accendendo la paura e il timore degli spettatori, ma l'idea ambiziosa di riprodurre immagini in movimento era tutt'altro che nuovo, dato che vi furono:
● l'invenzione della lanterna magica a fine '600;
● gli studi sull'immagine in movimento di Eadweard Muybridge e di Étienne-Jules Marey, alla fine degli anni 80 dell'800;
● il kinetoscopio e il primo teatro di posa, ad inizio degli anni '90 dell'800.
Per cui si può affermare che l'invenzione del cinema è stata come una “staffetta”, definita, perfino, dagli stessi suoi creatori “un'invenzione senza futuro”: non avrebbero potuto immaginare che da allora il cinema si sarebbe insediato nelle vite e anche nelle menti di tutti. Dalla fine dell'Ottocento al primo dopoguerra, subirà un'evoluzione straordinaria, fino a giungere al neorealismo: finalmente, infatti, la storia usciva fuori dai libri e veniva rappresentata e vissuta attraverso immagini, capace di esternare qualsiasi tipo di sentimento e di disagio. Per me il cinema rappresenta un modo di evadere, di vedere la realtà con altri occhi che non sono i miei, è assurdo come quest'arte sia capace di toccarti, accarezzarti ed indagare quello che si nasconde nel profondo del tuo animo.Nacca Andrea Francesco “ITE V. de Franchis” Classe 5°]
*_ Nella lezione del 26 gennaio abbiamo parlato del cinema neorealista. Il neorealismo è stato un movimento culturale, nato e sviluppatosi in Italia durante la seconda guerra mondiale e nell'immediato dopoguerra, che ha avuto dei riflessi molto importanti sul cinema contemporaneo.
Il cinema neorealista è caratterizzato da trame ambientate in massima parte fra le classi disagiate e lavoratrici, con lunghe riprese all'aperto, e utilizza spesso attori non professionisti per le parti secondarie ea volte anche per quelle primarie. I film trattano soprattutto la situazione economica e morale del dopoguerra italiano, e riflettono i cambiamenti nei sentimenti e le condizioni di vita: speranza, riscatto, desiderio di lasciarsi il passato alle spalle e di cominciare una nuova vita, frustrazione, povertà, disperazione.
Secondo noi la comunicazione che il cinema riesce a stabilire tra autore e spettatore è profonda e completa. La tecnica in questo campo ha compiuto progressi notevoli ed oggi questa forma di espressione si può giovare di mezzi che permettono di raggiungere possibilità di linguaggio perfette e complete. I mezzi di comunicazione nel mondo moderno si sono moltiplicati, ma uno dei più efficaci si conferma ancora il cinema. Esso del resto è sempre una delle forme di divertimento più popolari e diffuse, anche se oggi sta subendo la durissima concorrenza della televisione. Si va al cinema perché si cerca un'evasione dalla vita quotidiana e si è come incanalati verso questo genere di divertimento. Il contenuto artistico in genere non ha molta importanza, si guarda molto più alla vicenda che interessi, al tema che
sappia attrarre e suscitare impressioni favorevoli. Il pubblico vuole il film per rompere la monotonia della vita quotidiana, vuole una vicenda che offra qualcosa di diverso da quello che offre la vita comune. Si cerca una realtà immaginaria che non è quella che noi viviamo, ma quella che vorremmo vivere. Si rifuge comunque dal film che lascia riflettere. Lo spettatore non vuole partecipare, vuole una distrazione piacevole che non gli ponga problemi.
Per la maggioranza il cinema è dunque solo ricerca di divertimento ed evasione dalla vita quotidiana, per un pubblico ristretto è invece desiderio di conoscere una nuova realtà, di approfondire la conoscenza delle cose e delle persone. Il cinema deve riuscire a rappresentare la realtà in modo integrale, non deve limitarsi alla sua riproduzione convenzionale, quale si manifesta agli occhi di tutti, ma deve penetrarla in modo critico e costruttivo. Spesso si sente ripetere che il cinema è nelle mani di uomini privi di talento, che hanno l'unica preoccupazione di far denaro e che perciò offrono al pubblico solo spettacoli di una volgarità e di una banalità senza limiti. L'accusa è senz'altro vera almeno in parte, ma accorre fare una precisazione fondamentale: il cinema offre agli spettatori quello che essi chiedono;
Certo le accuse da muovere al mondo del cinema non sono poche, ma il problema fondamentale è quello di riuscire ad educare e formare i gusti del grande pubblico e questo compito gravoso dovrebbe essere affidato non solo alla scuola ed alla famiglia, ma a tutte le istituzioni sociale. Vedere un film al cinema è un vero e proprio rituale, un piacere che va non solo a vantaggio della pellicola ma anche e soprattutto nostro. Quel momento di socialità in cui più persone con vite completamente diverse e modi di pensare diversi si ritrovano davanti allo stesso schermo per godere della stessa pellicola è sempre una magia.
[ Giuseppina Pezzella, Mariapia Baldassarre, Tiziano D'Aniello – 5AT ITES LEONARDO DA VINCI ]