*_ In questa lezione, fatta dalla professoressa Totaforti, abbiamo parlato della città di New York.
New York è la nostra città preferita; infatti ognuno di noi ha dei sogni nel cassetto, tra cui visitare questa bellissima città, piena di luci, colori, macchine, persone e così via. La città è stata descritta da molti autori, tra cui lo scrittore Paul Auster, che la definisce un labirinto di passi senza fine e quando la visitiamo, scopriamo strade, quartieri e noi rimaniamo stupiti dalla bellezza di questa città. La città è anche descritta da Piero Armenti, un famosissimo imprenditore, scrittore e anche un vlogger che ci mostra, grazie ai social, la bellissima città e ci fa scoprire tantissime cose che noi italiani non siamo a conoscenza. Anche la letteratura tratta il tema di New York, anche se nel passato non era come la vediamo adesso; infatti è stata la culla della Rivoluzione Americana, la Rivoluzione Industriale e purtroppo ci è stata anche la “Grande Depressione” che ne causò nel 1929 la caduta della Borsa di Wall Street. Generalmente la città è definita “COME SISTEMA”, cioè viene considerata come un sistema dotato di confini e di precise leggi di funzionamento. Quindi ogni azione tende a migliorarla e deve assumere il suo buon funzionamento come descritto di valutazione. Città “COME ESPERIENZA”, cioè l'individuo e la sua esperienza sono al centro dell'analisi. La città è rieletta come spazio vissuto dove si condensano le esperienze degli abitanti, il loro interagire e le loro rappresentazioni. Oltre alla bellissima città di New York, ci è stata mostrata la città spagnola di Bilbao, con il suo “Museo Guggenheim”, che rappresenta l'elemento centrale dell'incredibile processo di trasformazione di cui è stata la protagonista alla fine del secolo scorso, in seguito alla grave crisi industriale. Sempre inerenti all'arte, abbiamo parlato della “STREET ART”, cioè i murales ei graffiti. È considerato il motore di riqualificazione urbana e ci dà l'idea di appartenere a qualcosa. Tra gli artisti ricordiamo:
BANSKY: artista di graffiti britannico, è considerato uno dei maggiori esponenti della street art. Le sue opere fanno riflettere sul sistema e sulla società in cui viviamo; simboleggiano la lotta e la protesta in un mondo in cui spesso gli interessi economici prevalgono su quello che dovrebbe essere il bene della collettività.
JORIT AGOCH: artista urbano nato a Napoli ed è uno dei più interessanti talenti dei graffiti contemporaneo. Con uno stile iper realistico, Jorit celebra o rappresenta nuove icone della cultura popolare, unendo l’approccio urbano a ispirazioni stilistiche che provengono dal classicismo. Per egli l’arte è un mezzo per comprendere la realtà, per studiarla e per questo che i suoi ritratti di rapper, artisti e personaggi dello spettacolo vengono rappresentati assieme. Ognuno dei suoi ritratti riporta due strisce rosse sul volto, fregi tipici di alcune tribù africane che segnano così il momento di passaggio dalla giovinezza all’età adulta, di appartenenza ad una comunità.
ALICE PASQUINI: ALICE PASQUINI: street artist romana, che ha esposto le sue opere non solo negli spazi urbani, ma anche nelle gallerie e nei musei delle maggiori città del mondo. Ha raccontato la storia di un piccolo borgo come Civitacampomarano nel Molise (festival di street art di Civitacampomarano).
RAVO: Andrea Riavo Mattoni, in arte Ravo, è uno street artist di Varese ed è appassionato alla storia dell’arte e ai pittori del passato, soprattutto il pittore Caravaggio.
Un altro argomentato trattato è il “BRAND” o “LOGO” di un Paese, cioè un'immagine che lo identifica. Ad esempio: Questo logo ha concorso alla creazione dell'immagine turistica di New York. È stato progettato dall'artista e designer Milton Glaser nel 1976 e commissionato dal Department of commerce di New York per promuoverne il turismo.
Dopo gli attacchi dell’11 Settembre 2001 molti cittadini hanno indossato le magliette con questa frase, per simboleggiare l’unità e la solidarietà.
La città di New York è stupenda, infatti il nostro sogno è andarci per le vacanze oppure per trovare un posto di lavoro.
La Street Art invece è un modo per abbellire la città, anche se deve avere sempre dei limiti, perché di certo non possono essere designati simboli razzisti o che offendono la popolazione. Anzi, i graffiti ei murales devono rappresentare qualcosa che piace faccia alla gente e che rappresenta il Paese. [ ITES "L. Da Vinci" 5 AT]
*_ Le forme di racconto urbano
La città come si racconta, come viene percepita?
Le città sono una sovrapposizione di culture, sovrapposizione di poteri e si trasforma in modo sempre più rapido anche grazie alla tecnologia.
La città può essere percepita grazie a linguaggi diversi. La città di New York, ad esempio,
può essere conosciuta e analizzata tramite:
● la letteratura = Nel racconto analizzato Auster descrive la sua sensazione di un movimento ma anche di perdita di identità; la descrivere come la città del “nessun luogo”.
● cinema = Visione Woody Allen - Manhattan - la città esprime bisogni, è contraddittoria.
● viaggio = documentario Piero Armenti - Il mio viaggio a New York.
In realtà i 3 linguaggi raccontano la stessa storia. Ma la vera identità di una città la possiamo percepire attraverso la camminata; si osserva meglio la città dal basso, camminando.
La città è la massima azione dell'uomo, ogni aspetto della città è frutto della creazione dell'uomo, che sfugge al volere dell'uomo.
La conoscenza della città è filtrata dalle nostre letture e dalla visione di film.
La letteratura e, in particolare, i romanzi non offrono solo una rappresentazione della città, ma costituiscono un elemento fondamentale dell'immagine della città.
La città che entra nell'immaginario collettivo soprattutto nel “secolo lungo” è formata dalla narrazione letteraria. Le grandi capitali dell'800 come Londra, Parigi, Berlino, Vienna e New York assumono le caratteristiche di mito, soprattutto grazie alla letteratura che crea la lente attraverso la quale la città è immaginata e vissuta.
La città può essere considerata un sistema di confini e di leggi precise, ma anche un'esperienza individuale e spazio vissuto, dove l'individuo interagisce e si rappresenta, anche grazie a mezzi comunicativi quali il Place Branding. Le città diventano sempre più sostenibili, esempio Londra, il grattacielo the Gherkin, o Bilbao, esempio di trasformazione e di simbiosi con la natura, il fiume. Le città diventano percorsi artistici, street art. La città comunica le proprie ribellioni ei propri messaggi sociali attraverso l'Urban artist. [Stefania Ferraro e Sabrina Singh, - ISS "De Franchis" Piedimonte Matese]
*_ Caro diario di bordo, oggi c'era la professoressa Simona Totaforti per parlarci del Branding territoriale e trasformazioni urbane. Ormai noi abbiamo rivoluzionato tutta la nostra vita, addirittura anche l'immagine della città grazie alla contaminazione di culture, lingue, usi e costumi diversi ecc. Per raccontare questo cambiamento dell'immaginario delle città, esistono tre modalità differenti:
1) Il primo metodo è quella attraverso i romanzi, come il romanzo semi-poliziesco (che ci ha fatto leggere la professoressa) che descrive New York, come sia piacevole e rumorosa, un labirinto che allo stesso tempo ti regala un senso di libertà. Questa forma viene molto utilizzata per regalarti varie immagini della città nel tuo cervello;
2) Il secondo metodo è quello del film, come il film di Woody Allen “Manhattan”. Egli ci racconta di come il protagonista scrive un libro su questa città e di come cerca di descrivere la pluralità di questa città in un aggettivo. Utilizza la musica per farci immedesimare nella bellezza della città;
3 )Il terzo metodo è quello del vlog, come quello di Piero Armenti “Il Mio Viaggio A New York”. Ci racconta della sua esperienza nel lavorare in una azienda, dentro ai grattacieli di New York.
Tutti questi metodi hanno in comune quello di descrivere la bellezza della città. Ma se non esistono quadri, libri, video, film ecc., noi sappiamo vedere la bellezza di una città? Io credo proprio di no. Non la sapremmo mai la bellezza di una città se non vediamo i vari sentimenti che si provano e cosa ci trasmette la città. Senza questi metodi, come facciamo a sapere le idee che abbiamo noi tutti sulla città? Come facciamo ad avere questo serbatoio di idee della città in questione? Ma soprattutto… cos'è un serbatoio di idee? È un serbatoio in cui sono contenuti tutti i nostri immaginari. Sapevi esistono tipi diversi di città?
1) La prima è la città in senso di uomo, la società che abita in quel territorio;
2) La seconda è la città indipendente e sfuggente all'uomo.
3) La terza è la città come un vasto confine dove si trova il singolo;
4) La quarta è la città come legge, come la legge di città sana, di bellezza, vivere, divertimento, sicurezza, sostenibilità ecc.
Con le varie rivoluzioni industriali dell'ottocento, abbiamo la nascita di grandi capitali industriali che vengono raccontate da grandi scrittori. Ma sono nati anche altri metodi per raccontare la bellezza di una città. Uno di questi è l'arte, poiché interpreta la sensibilità dei fenomeni in atto e l'architettura che costruisce l'immaginario della città e rapisce la società con la sua bellezza. L'arte della città è lo Street art, che dona dei piccoli dettagli e influisce molto sull'economia della città. Abbiamo come esempi i disegni di Banksy e Jorit Agoch, entrambi che protestano contro la società che cerca di modificare la città, BLU che denuncia la politica e regala messaggi sociali, Alice Pasquini che fa rinascere le città abbandonate, protegge le donne e denuncia il consumismo e infine Ravo che riproduce i quadri classici per ridargli il valore storico che hanno avuto. Un altro modo per pubblicizzare una città è attraverso il City Marketing, come il famosissimo logo “I <3 NY”. L'ultimo è quello del Destination Branding, cioè un'immagine che ci dà emozioni della città come il video “Drama” di Robert De Niro che mostra la Svezia. Purtroppo oggi era l'ultima lezione mio caro diario…Mi mancheranno le emozioni e il sapere che mi ha regalato questa esperienza. Non dimenticherò mai nessuna lezione. Spero sarà lo stesso anche per i professori del FRISK. Arrivederci caro diario. [Francesca Capozzoli, 3I, Linguistico ESABAC, Liceo Amaldi]