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*_ Mi piace pensare alla città come se fosse non solo un corpo umano ma un essere senziente, dotato di una propria anima e capace di trasmettere emozioni e stati d'animo, la cui “pelle” è costituita dall'architettura che rappresenta la scena fissa del teatro della vita umana. Dall'altro canto, la “mente” è, invece, la memoria che si traduce nelle radici storico-culturali che ne influenzano, poi, il “cuore” cioè le consuetudini, i ricordi e le tradizioni di coloro che nella città vivono. Infatti, a prova di ciò, è interessante osservare che il termine “città” deriva dal concetto, ancora più astratto, di civitas,termine latino che, in origine, veniva utilizzato per definire, non un agglomerato urbano ma bensì l'esistenza di una comunità, stanziata su un territorio delimitato. In sintesi, si può affermare che se la parola “città” deriva confrontare da “cittadino”, quest'ultimo, come detto in precedenza, non solo ne rappresenta il “cuore” ma perfino l'anima. Tuttavia, esso interagisce e comunica costantemente con la medesima sentendone gli odori, i sapori e, in generale, i mille piaceri che è in grado di offrire. Oltre a ciò, alla base delle interazioni e del bisogno costante e crescente dell'individuo di creare reti e connessioni e, di conseguenza, comunicare, vi è il concetto di società che deriva, infatti, dal latino societas , a sua volta derivante da sociusche significa “compagno, amico, alleato”. Personalmente, trovo le etimologie molto interessanti e le reputo le uniche in grado di sviscerare concetti, in particolare quelli più astratti come in questo caso. Negli ultimi anni, tra i sociologi, è molto acceso il dibattito intorno a due concetti molto astratti: reale e virtuale. In primis, occorre affermare che la realtà in sé non esiste, ma esistono, tuttavia, molteplici sensi della realtà che si esprimono nel quotidiano, mediante i “frames”, virtuale, dal latino virtus, cioè potenzialità, denota, quindi, una realtà “potenziata”, con una vena quasi utopica. Entrambi i concetti sono influenzati dalla visualizzazione di immagini che esercitano su di noi un forte potere evocativo. A tal fine la fotografia, e l'arte in generale, assumono un'importanza unica: in grado non solo di suscitare stati d'animo ma anche come denuncia sociale ed armi per uccidere l'indifferenza. [ Nacca Andrea Francesco “ITE V. de Franchis” Classe 5°]

*_ Oggi è tornato l'architetto Giovanni dalla Sicilia. Ci ha mostrato un modo molto più divertente su come fare quel test del territorio. Basta andare su Google Earth, pinnare il tuo luogo e dire che cos'è (passato, futuro, paura, potere, motivo per rimanere e andarsene), la parola chiave, mettere un'immagine di essa e colorare il tuo pin. Mi sono offerta di mostrare a tutti come si faceva. Ho pinnato la chiesa di San Martino di Macerata Campania, poiché è lì dove si trova il mio passato. Lì passavo tutti i giorni da piccolina (pur non essendo cattolica) per mostrarlo ai turisti durante L'EXPO del mio paese e per il catechismo. Poi si è presentato il professore La Rocca dell'Università di Montpellier.Ha esposto un argomento molto importante, attraverso un power point. Esso ci chiedeva “Che cos'è la società?”, “Che cos'è la realtà?”, “Che cos'è la città?”. Ci ha mostrato degli esempi per farcelo capire. Uno di questi, era l'opinione di Durkheim e Simmel. Durkheim ci dice che la società esiste ed e una realtà sui generis che, precedendo gli individui, rende possibili gli accordi tra di loro. Simmel ci dice che essa non esiste ed è il risultato delle interazioni tra i singoli individui. Ma allora, cos'è? La possiamo interpretare come un progetto che assume significato solo in relazione con altri e le nostre esperienze personali, come anche la realtà e la città secondo me.Tutti noi abbiamo sensi diversi della società, realtà e città. Ma possiamo catturare questi sensi attraverso i frames, che noi postiamo sui social network. La società di oggi usa i social network per relazionarsi con tutti, usando emoji, likes e commenti come interazioni ei frame per mostrare la nostra realtà. Essa la si può vedere anche attraverso il cinema, poiché è come un portale che ci porta a queste realtà tutte diverse. Per tutti noi sembrano cose inutili, quando invece solo molto importanti per relazionarci. Cosa sono io inquadra? Semplicemente dei luoghi che noi fotografiamo. Ma, cos'è fotografare? Sarebbe catturare una visione della nostra realtà.Molti frame raccontano storie, emozioni, momenti vissuti o che si sta vivendo in quel preciso momento. Il professore ne ha mostrati molti di frame. Quelli che mi hanno colpito sono: la madre che allatta il bambino, gli immigrati tutti vicini su una nave molto stretta e il graffito di bambini diversi tra di loro. Ci ha mostrato anche dei frame che catturano una realtà, per noi, davvero strana. Quella che mi ha colpito di più era la città che si trova nel film “Black Panter: Wakanda Forever”. Era davvero molto figa. Ora ti devo lasciare caro diario, ci vediamo settimana prossima! [Francesca Capozzoli, 3i Linguistico ESABAC Amaldi]

 

*_ Oggi abbiamo visto delle immagini inerenti alla storia della fotografia e fatto una mappa con delle varie assegnazioni, ad esempio passato, futuro, paura, potere, motivo per restare, motivo per partire, attribuiti con dei vari colori di cui abbiamo parlato con l 'architetto La Fauci, cosa interessante e molto originale secondo il mio punto di vista. [Caterina Ricciardi 5AT, ITES LEONARDO DA VINCI SMCV