”La storia del cinema per comprendere il cinema d’oggi”
A Santa Maria Capua Vetere, gli studenti dell’ITES Da Vinci vanno a posizionarsi nell’Aula Magna riempiendo, come da manuale, solo ed esclusivamente le ultime file. La titubanza, quasi timore reverenziale, verso la prima lezione in presenza di docente esterni è un classico dell’età liceale e del MitreoFRISKFilmFestival. Eppure, nel 100% dei casi, gli studenti finiscono per trasformarsi in ascoltatori coinvolti e partecipanti attivi; la capacità di carpire anche gli sguardi più titubanti è indubbiamente una delle capacità magiche del cinema e, di conseguenza, di questo progetto. Il professor Paolo Minuto, titolare del Cineclub Internazionale Distribuzione, porta gli studenti a una riflessione profonda su quanto il cinema (sia come prodotto artistico che luogo materiale) faccia parte della loro identità culturale e della loro vita. Bastano poche semplici domande – Quanto andate al cinema? Quanti film guardate a casa, in streaming? e Dove andate al cinema e perché? – per scatenare un dibattito e, ancora più importante, una riflessione. È sorprendente la varietà di generi apprezzata e l’amarezza verso il non avere un cinema nella propria città; alcuni studenti danno voce a considerazioni che esistevano solo nel loro subconscio. Davano quasi tutti per scontato non frequentare un cinema e guardare un film dal cellulare, ma, quando posti davanti al quesito, tutti rivelano il desiderio di frequentare un cinema in carne e ossa. A volte, l’arte – come il luogo che ne permette la fruizione – viene ingiustamente data per scontata. Infatti, bisogna dirlo, anche qui qualcuno sembra mostrare più interesse per il cellulare che per il docente, con la conseguenza di rischiare di essere escluso dal progetto, inconsapevole che il più grande disservizio sta venendo fatto a sé stesso. Con una sintesi che non lascia mai fuori i dettagli più importanti, il professor Minuto plana sulle tappe fondamentali della storia del cinema, soffermandosi sulla nascita e sulle prime evoluzioni della forma: dalla fotografia a Chaplin, passando, ovviamente, per i Fratelli Lumière, Melies e Buster Keaton. La proiezione dei corti dell’epoca non suscita lo stesso spaventoso stupore che suscitò cento anni prima, ma cattura l’attenzione degli studenti, i cui sguardi sembrano chiedersi Ma davvero era questo il cinema? Qualcuno – forse ognuno – ride, soprattutto con Chaplin, altri sono affascinati e una ragazza in seconda fila interpella la sua vicina di posto sul fatto che quei filmati, in così bassa definizione, risalissero in realtà a un’epoca comunque recente. Ai loro occhi, quelle immagini assomigliano ai dinosauri. Un’altra ragazza, riassumendo in pieno il senso del discorso fatto poco tempo prima dal professor Minuto, chiede di poter spegnere le luci dell’aula durante la proiezione e ricreare il proverbiale buio in sala. Questa richiesta è di per sé una vittoria enorme. *** All’ISISS Amaldi Nevio, gli studenti al secondo giorno di lezioni in presenza sono gli intervistati di un improvviso round di domande fulminanti; lo scopo è raccontare cos’è per loro il cinema. Le risposte inizialmente proferite sottovoce assumono connotati più sicuri col passare del tempo; c’è chi lo definisce il luogo dove si proiettano i film, chi (quasi anacronisticamente) lo riduce a uno strumento di educazione per i giovani e chi, poeticamente, ne parla come una grossa macchina di emozioni. Tra le decine di risposte, alcune peculiari nel flusso di ragionamento e altre il risultato di una rielaborazione della risposta precedente, è naturale constatare che nessuna è realmente sbagliata. Il cinema comunica a livello individuale e collettivo, dunque viene percepito in maniera unica e personale. Il professor Minuto intreccia il racconto del cinema del passato con il modo di vivere il cinema oggi. Le teste vanno su e giù, come se a ogni collegamento si aprissero nuovi canali mentali che cambiano le loro prospettive. Attraverso questi continui ganci, gli studenti sviluppano un modo personale di pensare e modificare il loro rapporto col cinema. Innanzitutto, quando gireranno qualche filmato per i social, avranno una maggiore consapevolezza di quanto sia speciale la camera stretta tra le loro mani. Poi, il cortometraggio che realizzeranno alla fine del MitreoFRISKFilmFestival assumerà un connotato magico, andando oltre il semplice progetto scolastico. Infine, quando andranno al cinema, quando guarderanno un film in streaming e, magari, quando a loro volta lavoreranno nel cinema, questa lezione comparirà senz’altro nella loro memoria.
Mirko Rauso, scrittore e sceneggiatore